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Meccanica pesarese: stabilita, ma la ripresa tarda ancora

I rapporti congiunturali si susseguono provocando emozioni alterne e anche questo 2005 in particolar modo per la meccanica, si concludera nel segno della stabilita e della frustrazione per chi riponeva speranze di ripresa. Dopo un 2004 che sembrava iniziare a smentire i gufi del pessimismo nel 2005 la stazionarieta sia sul mercato interno che su quello estero sembra prevalente. Tornando alla Sintesi 2004 sulla congiuntura presentata dal Centro Studi e Ricerche Economico Sociali dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio delle Marche si poteva gia scorgere nei dati riferiti allo scorso anno un trend in rallentamento a seguito del buon avvio nel 2004. Dopo un inizio con tassi di crescita vicini alla doppia cifra l’anno si e concluso con un aumento produttivo del comparto pari al 5,4%, con un quarto trimestre a crescita zero ripetuto poi come risultato complessivo in modo simile nel 2005, dove agli incrementi dei primi trimestri si contrappone l’ultimo dato del periodo luglio-settembre, in calo. Tendenzialmente in crescita nel 2004 tutti gli indici utilizzati nell’analisi, dal grado di saturazione degli impianti all’80,7% (+3,1% rispetto al 2003) al ridotto utilizzo del decentramento produttivo (1,8% della produzione) agli incrementi nei costi e nei prezzi contenuti sotto il livello dell’inflazione. L’incremento nel costo della manodopera e stato dell’1,5%, +1,7% invece per i materiali dove non sono mancate le tensioni in particolare per quanto riguarda l’acciaio. L’incremento del fatturato complessivo e stato del 2,9%, anch’esso frutto di performance trimestrali sbilanciate verso una crescita concentrata nei primi mesi dell’anno e una quota export salita al 75% del totale. Anche l’andamento dell’occupazione e stato positivo con un +0,7% rispetto al corrispondente trimestre del 2003. Rimangono aspettative e risultati di stazionarieta che si concretizzano nel tempo, in particolare il terzo trimestre del 2005 ha visto una riduzione del 6,1% della produzione e del 4,7% dell’ordinato che ha riportato tutti con i piedi per terra. Per la ripresa, sempre piu attesa e necessaria a dar fiato alle imprese, c’e ancora da attendere. Hanno tenuto i comparti delle macchine per la lavorazione del legno e del vetro ma le difficolta rimangono. In particolare circa un terzo delle aziende campione ha dichiarato qualche problema di gestione dovuto probabilmente alle ridotte dimensioni delle PMI locali e alla conseguente scarsa managerialita. Le maggiori difficolta sono venute infatti dalla commercializzazione dei prodotti su nuovi mercati o per via della concorrenza portata dai paesi emergenti e dall’accesso al credito bancario, argomento dove la riforma di Basilea 2 potra fare chiarezza, ma non senza cadaveri sulla sua strada.

Gianpaolo Capozzi
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